Martedì, 14 Ottobre 2014 06:18

L'annullamento del matrimonio “raccontato” da Vincenzo Di Michele nel suo libro

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Perché sono sempre di più le coppie che, al momento della separazione, optano per un tribunale ecclesiastico e non per un tribunale civile? Questo è uno degli interrogativi cui prova a trovare una risposta "Come sciogliere un matrimonio alla Sacra Rota", il libro in cui lo scrittore e giornalista Vincenzo Di Michele, in uscita in questi giorni nella zona del basso Piemonte, fa chiarezza su molti aspetti ancora poco chiari relativi a questa eventualità. Si tratta di una scelta di natura religiosa, che permetta a entrambe le persone coinvolte di avere la possibilità di sposarsi nuovamente in chiesa, o di natura economica, visto che in seguito alle sentenze di nullità ecclesiastica il coniuge non è obbligato a pagare gli alimenti?

Interrogativi e dubbi interessanti, che vengono affrontati nel libro - in uscita in questi giorni nel basso Piemonte - con un approccio decisamente intrigante. Dai motivi di nullità del matrimonio ai costi da affrontare, dalle modalità processuali agli oneri aggiuntivi da sostenere, sono molteplici gli aspetti su cui si concentra l'opera, che ha il merito di fare conoscere a tutti una realtà che spesso viene trattata dai media solo in modo superficiale, magari perché coinvolge qualche Vip (l'ultimo personaggio in ordine di tempo è stata Valeria Marini).

Per esempio, a quale tribunale ci si rivolge? Il coniuge che dà il via alla causa, cioè colui che nel gergo del diritto viene definito attore, ha la facoltà di scegliere il tribunale a seconda del suo luogo di domicilio, del luogo in cui il matrimonio è stato celebrato, del luogo di domicilio dell'altro coniuge o del luogo di raccolta delle prove. Altrettanto interessante è l'analisi dei vari motivi per cui può risultare legittima la dichiarazione di nullità: per esempio, una delle cause può essere l'incapacità psicologica, da parte di uno o di entrambi gli sposi, di compiere una scelta coniugale vera e concreta, dalla quale discende l'incapacità psicologica di rispettare gli obblighi che il sacramento impone. Un altro motivo lecito di annullamento è l'errore compiuto al momento del consenso.

Una volta che la Sacra Rota ha reso nullo il matrimonio, gli ex coniugi hanno la possibilità di risposarsi in forma religiosa, e quindi in chiesa. A volte, tuttavia, la Curia di appartenenza può imporre un divieto amministrativo a nuove nozze. Vale la pena di ricordare, in ogni caso, che la nullità del matrimonio per la Chiesa cattolica implica che quel matrimonio in realtà non sia mai stato celebrato, e quindi non sia mai realmente esistito.

Per conoscere ancora più in dettaglio il libro di Vincenzo Di Michele, visitate il suo sito web: http://www.vincenzodimichele.it

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