Interrogativi e dubbi interessanti, che vengono affrontati nel libro - in uscita in questi giorni nel basso Piemonte - con un approccio decisamente intrigante. Dai motivi di nullità del matrimonio ai costi da affrontare, dalle modalità processuali agli oneri aggiuntivi da sostenere, sono molteplici gli aspetti su cui si concentra l'opera, che ha il merito di fare conoscere a tutti una realtà che spesso viene trattata dai media solo in modo superficiale, magari perché coinvolge qualche Vip (l'ultimo personaggio in ordine di tempo è stata Valeria Marini).
Per esempio, a quale tribunale ci si rivolge? Il coniuge che dà il via alla causa, cioè colui che nel gergo del diritto viene definito attore, ha la facoltà di scegliere il tribunale a seconda del suo luogo di domicilio, del luogo in cui il matrimonio è stato celebrato, del luogo di domicilio dell'altro coniuge o del luogo di raccolta delle prove. Altrettanto interessante è l'analisi dei vari motivi per cui può risultare legittima la dichiarazione di nullità: per esempio, una delle cause può essere l'incapacità psicologica, da parte di uno o di entrambi gli sposi, di compiere una scelta coniugale vera e concreta, dalla quale discende l'incapacità psicologica di rispettare gli obblighi che il sacramento impone. Un altro motivo lecito di annullamento è l'errore compiuto al momento del consenso.
Una volta che la Sacra Rota ha reso nullo il matrimonio, gli ex coniugi hanno la possibilità di risposarsi in forma religiosa, e quindi in chiesa. A volte, tuttavia, la Curia di appartenenza può imporre un divieto amministrativo a nuove nozze. Vale la pena di ricordare, in ogni caso, che la nullità del matrimonio per la Chiesa cattolica implica che quel matrimonio in realtà non sia mai stato celebrato, e quindi non sia mai realmente esistito.
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